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    • PENE CURVO

    PENE CURVO, DEVIAZIONI D'ASTA


    Pene Curvo

    Alcuni maschi, dalla nascita, possono presentare un incurvamento del pene in erezione. L’incurvamento il più delle volte è rivolto verso sinistra, verso il basso, verso destra e verso l’alto. Il fenomeno è osservabile solo in erezione e quindi viene visto nell’infanzia in occasione di erezioni inconsapevoli durante il bagno o il cambio della biancheria. Dall’adolescenza il fenomeno viene invece vissuto solo dall’interessato durante le erezioni mattutine o durante la masturbazione.

    Modesto incurvamento a sinistra, può avere normale attività sessuale

    Questa “scoperta” può essere fonte di sorpresa, sconcerto, paura o varia angoscia.

    Il fenomeno è dovuto ad una anomalo sviluppo dei corpi cavernosi del pene che possono determinare l’incurvamento del pene in erezione. La funzionalità del pene e della erezione spesso può essere compromessa.

    Incurvamento ventrale. Non può penetrare, si deve operare

    A parte il disagio “estetico” in alcuni casi l’incurvamento può essere tale da rendere difficoltosa od impossibile la penetrazione.

    In questi casi si può correggere l’incurvamento con un semplice intervento chirurgico di corporoplastica effettuabile anche in day hospital.



    Incurvamento dorsale, si dovrebbe operare

    Incurvamento dorso-laterale pre-intervento

    Incurvamento dorso-laterale post-intervento

    Curvatura ventrale

    Curvatura mista ventro-laterale

    Curvatura dorso-laterale

    Rilevante curvatura ventrale

    Imponente curvatura ventrale 1

    Imponente curvatura ventrale 2

    Corporoplastica secondo Yachia

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    • PENE PICCOLO

    PENE PICCOLO


    Pene Piccolo

    Le dimensioni del pene non sono in relazione con la sua funzione erettile e capacità di penetrazione vaginale.
    Le dimensioni dell’asta variano dagli 8 ai 16 cm in condizioni di flaccidità.

    Il piacere fisico determinato alla partner dal pene è rappresentato dalla stimolazione del clitoride ( che è all’esterno della vagina) e delle terminazioni nervose (Punto G) che si trovano nei due centimetri superiori della vagina. Le altre parti vaginali ed uterine non hanno alcuna sensibilità tattile e quindi non sono influenzate meccanicamente dall’asta durante la penetrazione. Per molti maschi le dimensioni del pene rappresentano un rilevante elemento di autostima. Il problema delle dimensioni del pene si pongono sia a livello dei giovani coetanei durante la doccia, le attività sportive, i confronti sessuali e cominciano a manifestarsi nell’adolescenza. Qualche volta il problema viene scatenato da un giudizio “negativo” espresso da una partner insoddisfatta o in circostanze sessuali.

    Può svilupparsi un quadro di dismorfofobia che è difficile da affrontare e trattare.

    I corpi cavernosi del pene non possono essere allungati. Con alcuni artifizi chirurgici (sezione del legamento sospensore, incisione ad Y...) si può allungare di circa due centimetri la cute della parte flaccida, esterna, del pene.
    Questa chirurgia ha avuto un momento di grande sviluppo e successo all’inizio degli anni 90 ma la modestia dei risultati e la frequente insorgenza di complicanze, anche gravi, hanno ridimensionato tale prospettiva chirurgica.

    L'estensore " Andro-Penis" per l'allungamento del pene

    L'uso degli estensori meccanici (esercitando una trazione costante, per molte ore al giorno, per molti mesi, sulle strutture cavernose) può determinare un certo allungamento dell'asta

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    • FIMOSI

    FIMOSI


    Fimosi

    Il prepuzio, la cute che riveste il pene e che ricopre il glande dovrebbe essere in grado di ricoprire il pene in erezione quando si ingrossa ed allunga in maniera anche notevole. Per questo tale cute deve essere elastica e consentire un facile scorrimento sul glande partecipando alla genesi di stimoli sessuali.

    A causa di malformazioni congenite, di infezioni, anche banali, insorte nell’infanzia e non trattate, di infezioni da funghi insorte in età adulta, di frequenti infiammazioni cutanee che insorgono nel diabete etc, la cute del prepuzio può perdere la sua elasticità e restringersi tanto da impedire lo scorrimento sul glande con impossibilità a scoprirlo durante l’erezione ed il rapporto, oppure può stringere il pene al di sotto del glande tanto da provocare dolore.

    La fimosi può essere causa di antipatiche infiammazioni locali. Ci può essere un notevole disagio durante l’erezione. ed il rapporto sessuale. La fimosi può essere facilmente corretta con un intervento chirurgico di postectomia o circonsione effettuabile in anestesia locale in day hospital.

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    • FRENULO BREVE

    FRENULO BREVE


    FRENULO BREVE

    Il frenulo è una delicata piega cutanea e mucosa che fissa il prepuzio alla superficie ventrale del glande. Normalmente in erezione impedisce un eccessivo scorrimento del prepuzio. Talora il frenulo può essere non sufficientemente lungo e esercitare una sorta di trazione durante l’erezione. Spesso viene lacerato durante la masturbazione o in occasione dei primi rapporti sessuali con fuoriuscita di alcune gocce di sangue.

    Altre volte il frenulo è piuttosto spesso tanto da non lacerarsi spontaneamente oppure si ispessisce dopo ripetute lacerazioni ( frenulo cicatriziale) così da creare un disagio durante l’erezione ed il coito. Si può facilmente procedere ad una plastica di allungamento con un semplice intervento chirurgico ambulatoriale in anestesia locale.

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    • INDURATIO PENIS PLASTICA

    INDURATIO PENIS PLASTICA


    Induratio Penis Plastica

    L’Induratio Penis Plastica è una patologia non ancora perfettamente conosciuta che venne descritta per la prima volta da Francois De La Peyronie nel 1743, forse avendola osservata sul re di Francia Luigi XV. Per questo motivo viene descritta anche come malattia di Peyronie.

    L’elemento fondamentale della malattia è la comparsa , sulla tunica albuginea (la guaina) dei corpi cavernosi del pene di una zona di indurimento “ la placca” variabile da pochi mm a 2-3 cm., che determina, al comparire, una certa dolenzia locale che si accentua durante l’erezione, durante il toccamento, la masturbazione o il rapporto sessuale. Abbastanza rapidamente si manifesta un incurvamento del pene con angolo di curvatura proprio in corrispondenza della placca.

    L’incurvamento può essere modesto ma, in alcuni casi, può essere di entità tale da rendere difficoltosa o impossibile la penetrazione.

    Il motivo di allarme per il paziente è rappresentato dalla zona di indurimento (il timore principale è di avere un tumore), secondariamente dal dolore che può impedire l’attività sessuale e successivamente dall’incurvamento del pene con problemi estetici e funzionali.

    L’ipotesi patogenetica più attendibile fa risalire l’inizio della malattia ad un microtrauma della albuginea con una piccola frattura della guaina. Il processo di riparazione tissutale prevede la produzione di sostanza fibrosa da parte di cellule specializzate (fibroblasti) per “ chiudere la frattura”. Questo processo non si arresta e la produzione di tessuto fibroso continua determinando la comparsa di una placca, rigida, inestensibile, percepibile al tatto. Molto spesso le modificazioni della guaina albuginea comportano un sovvertimento del sistema di deflusso venoso tale da compromettere la qualità dell’erezione, meno rigida e duratura di prima.

    Chirurgia dell'Induratio

    Sono state proposte numerose terapie con pochi risultati. L’unica sostanza capace di arrestare la malattia senbra essere la Vitamina E. Utile la ionoforesi con Verapamil e cortisonici.




    La Chirurgia

    1. Se l'erezione è valida si può intervenire con il semplice obiettivo di eliminare la curvatura; si fa quindi una "corporoplastica", con un certo accorciamento dell'asta.

    2. Si può intervenire anche asportando la placca e sostituendo il tessuto albugineo con del materiale proprio (autologo) quali mucosa del prepuzio, cute, dura madre o parete venosa, oppure con materiale derivante da altre specie animali (eterologo). Dopo questa chirurgia che mantiene la lunghezza dell'asta ci può essere un certo decadimento della erezione.

    3. Risultati migliori in termini di mantenimento della funzione erettile si possono ottenere introducendo nei corpi cavernosi dei sottili elastomeri in silicone. Dopo la escissione della placca il paziente ha una migliore erezione.

    4. Nei casi in cui accanto alla placca con la relativa curvatura sia compromessa notevolmente la funzione erettile, non più ripristinabile con Viagra o PGE1, l'inserimento di un sistema protesico malleabile o idraulico consente i risultati più soddisfacenti.



    F.A.Q.

    1. Cos’è la Induratio Penis Plastica (I.P.P.) ?

    Spesso, dopo i 50 anni, ma anche prima o dopo, possono comparire dei fenomeni che coinvolgono il pene, determinando dolore alla erezione, al toccamento o sfregamento, accompagnati da incurvamenti dell’asta in erezione. Questi fenomeni non hanno una chiara relazione con un trauma od altro, compaiono in maniera subdola e, per questo provocano meraviglia e preoccupazione. Successivamente compare una zona di indurimento a carico del pene, la placca, che pur non determinando particolare dolore o fastidio, si associa ad un netto incurvamento dell’asta in erezione tanto da rendere complessa, se non impossibile , la penetrazione. Spesso a questi fenomeni si associa una variabile diminuzione della qualità dell’erezione. Non si riesce più ad ottenere un a ottimale rigidità e la rigidità ottenuta tende a decrescere velocemente non consentendo un rapporto sessuale ottimale

    2. Quali sono le cause del fenomeno?

    Fino ad ora non si è riusciti a conoscere appieno la natura della malattia che venne descritta già nel 1561 da Vesalio e nel 1743 da Francois de La Peyronie, medico di Luigi XV, che ne ha dato la prima comunicazione scientifica ed il nome. Ancora oggi non si sa con precisione quale sia la causa specifica del fenomeno. Ci sono molte ipotesi. Si pensa che ci sia una certa correlazione con malattie del collageno, artriti, morbo di Dupuytren, lesioni tendinee ed altro; si è osservata una certa maggior frequenza nei soggetti arteriosclerotici, ipertesi e diabetici; si è ipotizzata una diminuzione della elasticità dei tessuti che formano i corpi cavernosi del pene ( i serbatoi che si riempiono di sangue durante l’erezione), che potrebbero andare incontro a micro-lesioni di tipo traumatico durante certe manovre del coito, flessioni, piegamenti, forzature. Queste micro-lesioni innescano un processo riparativo cellulare, operato da certe cellule specializzate, i fibroblasti, con la formazione di tessuto fibroso di tipo riparativo (fibrina). Verrebbe a mancare il segnale biologico che arresta tale processo di riparazione e quindi i fibroblasti continuerebbero a produrre fibrina e tessuto connettivo in eccesso alla lesione , formando un ispessimento, la placca.

    3. Perché si avverte dolore ?

    Nella prima fase di formazione della placca, avviene una reazione di tipo infiammatorio che può portare alla liberazione di sostanze chimiche (istamina) che provocano dolore ogni qualvolta il tessuto infiammatorio viene messo sotto tensione e quindi durante le erezioni notturne, durante la frequente erezione che si verifica al risveglio e tanto più durante le erezioni indotte e provocate nella attività sessuale.

    4. Perché il pene si piega ?

    All’interno del pene ci sono due serbatoi, conformati a cilindro, i corpi cavernosi, che riempiendosi di sangue durante la eccitazione sessuale, aumentano di lunghezza, calibro e dimensioni. Il tessuto di rivestimento, l’albuginea, è spessa e fibrosa, con pareti simmetriche e quindi si distende, allunga ed ingrossa in maniera assolutamente simmetrica durante la distensione erettile. Se, su una parte del corpo cavernoso, si forma una lesione fibrosa, la placca, ispessita e anelastica, è evidente che nella dilatazione del corpo cavernoso, durante l’ erezione, quella zona non si distenderà in maniera adeguata e quindi determinerà una forzata ripiegatura. Tutto il pene, quindi, in erezione, apparirà incurvato in corrispondenza della placca. Il più spesso verso l’alto, ma anche verso il basso o lateralmente se la placca interessa un solo corpo cavernoso. Qualche volta la placca può avere una forma ad anello e quindi determinare un restringimento anulare del pene in erezione con minore rigidità distale.

    5. E’ pericoloso avere erezioni e rapporti quando compare il dolore ?

    No, anche se l’erezione del pene determina dolore o disagio e se lo sfregamento manuale o vaginale del pene determina sensazioni spiacevoli o dolorose il rapporto sessuale non è controindicato. Non è assolutamente nocivo, ma certo l’interessato deve valutare la dose di piacere e quella di disagio o dolore nel decidere se avere attività sessuale.

    6. Può essere pericoloso forzare l’incurvamento con l’erezione e la penetrazione ?

    Anche per l’incurvamento vale la stessa regola che per il dolore. Il pene curvo può richiedere manovre anche complesse per poter penetrare ma non può avere particolari danni dall’atto coitale. Ugualmente è abbastanza infrequente che l’incurvamento del pene possa determinare disagio, fastidio o dolore alla partner. La parete vaginale non dovrebbe reagire con stimoli dolorosi allo sfregamento di un’ asta incurvata. Il più delle volte si tratta di un disagio “psicologico”. Si pensa che l’atto sessuale possa essere dannoso o pericoloso per il pene dell’uomo e si teme che il pene curvo possa determinare danni di tipo vaginale o genitale.

    7. E’ una malattia contagiosa ?

    Assolutamente no. Non si tratta di una malattia infettiva e quindi non esiste possibilità di contagio del partner.

    8. Cosa bisogna fare quando ci si accorge di questa malattia?

    Si deve andare dal proprio Medico di Famiglia che vi rassicurerà di non avere qualche malattia “brutta” o di tipo tumorale e vi invierà allo specialista andrologo che, dopo aver effettuato una accurata visita, vi farà eseguire una ecografia dinamica del pene o ,meglio, un Eco Color Doppler per valutare anche la funzione circolatoria erettile. Possono essere effettuati anche semplici indagini quali la Biotesiometria. Una valutazione dell’ erezione per documentare fotograficamente l’entità dell’incurvamento. In casi particolari può essere effettuata una RMN dell’asta che permette una visione in dettaglio delle strutture cavernose

    9. Quali sono le soluzioni e le terapie mediche?

    Una volta fatta la diagnosi e riassicurato il paziente si inizia con una terapia medica che ha lo scopo di ridurre il dolore ed arrestare l’evoluzione della malattia. Vengono usati Vitamina E e derivati del Carnitene. (talora Potaba, Piascledine, Tamoxifene). In casi particolari può essere utile utilizzare la somministrazione iontoforetica di Cortisonici e Verapamil. In presenza di placche piccole e limitate, tali sostanza possono essere iniettate intraplacca ambulatoriamente. Altre modalità terapeutiche(laser, ultrasuoni, termoterapia) non hanno dimostrato alcuna concreta efficacia.

    10. Ci possono essere soluzioni chirurgiche?

    Durante la fase infiammatoria una certa utilità è stata dimostrata dalla ESWL (Litotrissia extra corporea con onde d’urto, analoga a quella utilizzata per disintegrare i calcoli renali). Dopo un anno dalla comparsa della I.P.P. la malattia può ritenersi stabilizzata e non avere altri fenomeni di riaccensione. Se la placca determina molto disagio o se la curvatura del pene rende difficile o impossibile la penetrazione , si può ricorrere alla chirurgia che consente di correggere la curvatura (le semplici corporoplastiche sec. Nesbit o Yachia) pur con un certo accorciamento del pene oppure agli interventi di incisione od asportazione della placca e copertura della albuginea con tratti di vena prelevati dalle gambe o con materiale eterologo (di origine animale). Questa chirurgia consente un buon raddrizzamento del pene, senza determinare alcun accorciamento dell’asta, che anzi appare allungata. Dopo la chirurgia, se la erezione non fosse ottimale si può eventualmente fare uso di farmaci per l’erezione quali le iniezioni intracavernose di PGE1, o le compresse di Viagra, Cialis o Levitra con buona soddisfazione.

    Gli interventi sono effettuabili in anestesia locale o regionale anche in day hospital. L’intervento chirurgico migliore è rappresentato dall’impianto protesico endocavernoso che elimina la curvatura, ristabilisce la lunghezza del pene e consente una normale attività sessuale in qualunque momento senza dover ricorrere a farmaci od ad iniezioni intracavernose.